Cosa Vedere Al Lago Maggiore In 2 Giorni: Itinerario Con I Posti Più Belli

Apr 26, 2025

Itinerario di 2 Giorni Con Soggiorno All’Hartmann Feel at Home

Vuoi sapere cosa vedere al Lago Maggiore in due giorni?

Ecco un itinerario completo consigliato dall’Hartmann Feel at Home, una delle strutture ricettive più amate della zona.

Il primo giorno inizia con il risveglio a Stresa, sul versante piemontese del Lago Maggiore. Al mattino presto la luce morbida del sole tinge il cielo di rosa mentre la brezza leggera accarezza la pelle. Dopo una colazione in un bar con vista sul lago, si parte per una passeggiata sul lungolago di Stresa, con le acque tranquille che riflettono le cime delle montagne circostanti. Le barche ormeggiate oscillano dolcemente, e al sottofondo si sente il lontano sibilo dei battelli che partono dai moli vicini. Il profumo del caffè appena fatto si mescola all’aria fresca, e lungo la passeggiata ci si può fermare a guardare il panorama verso est: una distesa d’acqua azzurra, punteggiata dalle prime isolette Borromee, e le colline lussureggianti che le incorniciano. Questo è il momento ideale per una prima immersione sensoriale nel clima del lago: il rumore sommesso delle onde, i gabbiani che volteggiano, il sole tiepido sulla pelle. Dopo aver esplorato il belvedere naturale di Piazza Cadorna e il lungo molo antistante, si consiglia di camminare fino a Piazza San Vittore, gustando un gelato alla crema in una gelateria locale mentre si osserva la gente del posto che inizia la giornata..

Attorno a mezzogiorno si torna verso il centro storico di Stresa dove un ottimo pranzo ti attende. Un ristorante consigliato è “La Stresa”, affacciato su un pittoresco vicolo nei pressi di Piazza Cadorna. Qui il menu offre specialità di lago e mare: ad esempio un risotto al pesce persico o spaghetti alle vongole, piatti preparati con ingredienti freschi locali. Mentre si assapora il cibo, dalle finestre aperte entra una brezza calda proveniente dal lago, portando con sé l’aroma leggermente salmastro dell’acqua. Le risate degli altri commensali e il tintinnio delle posate creano un’atmosfera rilassata. Dopo pranzo è piacevole concedersi una breve sosta nel giardino di un bar del centro, dove un bicchiere di vino bianco ghiacciato scorre fluido mentre si osserva la piazza vivace di Stresa.

Nel primo pomeriggio ci si prepara alla visita delle Isole Borromee: si prende il battello pubblico alla Stazione Marittima di Stresa, da cui partono corse frequenti verso Isola Bella e Isola dei Pescatori. A bordo del traghetto, il vento accarezza il viso e l’acqua del lago scintilla sotto il sole. In circa 15-20 minuti di navigazione si raggiunge Isola Bella: al suo approdo, si scorge subito il profilo di Palazzo Borromeo, troneggiante sulle acque con le sue forme barocche. È consigliabile acquistare i biglietti in anticipo: la stagione turistica 2025 per Palazzo e giardini di Isola Bella va dal 15 marzo al 2 novembre, con ingresso consentito fino alle 17:00 (palazzo chiuso alle 17:30, giardino alle 18:00). Questo fa sì che l’itinerario ottimizzi i tempi di visita. Appena scesi dal battello, percorrendo pochi gradini si è immersi nell’giardino all’italiana: aiuole fiorite di rose antiche, statue di marmo bianchissimo e fontane zampillanti creano un’oasi di pace e bellezza. Ogni angolo del giardino offre angoli fioriti di azalee e rododendri, e dal terrazzamento più alto la vista spazia sul lago: le acque blu profonde e verdeggianti colline lontane fanno da cornice suggestiva alla visita.

L’interno di Palazzo Borromeo è altrettanto sontuoso: grandi sale affrescate, arredi d’epoca, arazzi e specchi dorati immersi in una luce tamarro. Il legno lucido dei pavimenti scricchiola leggermente sotto i passi, e il calore che filtra dalle vetrate ricamate accompagna la visita. Attraverso le porte a vetri si percepisce il profumo fresco dei prati del giardino, unito alla quiete ovattata degli interni. I giardini, con la loro geometria perfetta, invitano a passeggiare lentamente: intorno al Ninfeo centrale si incontrano cespugli di agrifoglio e statue di divinità mitologiche. Si scopre così una serie di terrazze degradanti verso il lago, dove ai piedi di rampicanti d’edera e glicine i ciuffi di lavanda attirano le farfalle. Si consigliano almeno un paio d’ore per assaporare ogni dettaglio: dalle statue marmoree della Terrazza delle Camelie ai peschi in fiore di fine primavera.

Verso metà pomeriggio si lascia Isola Bella con una breve traversata in battello verso Isola dei Pescatori (chiamata anche Isola Superiore). Questa piccola isola pittoresca è un borgo di casette affacciate sull’acqua, con taverne rustiche di pesce e vicoli lastricati. Sbarcando, si cammina tra le case di pietra dai balconi fioriti; l’odore di cucina affumicata si mescola al fresco odore del lago. Un ottimo posto per la cena è la “Trattoria Imbarcadero”, famosa per il suo menu di pesce di lago (salmone, alborelle fritte) e il risotto di persico. Si consiglia di prenotare un tavolo all’aperto sul molo: mentre si gusta il pasto, si sente lo sciabordio dell’acqua contro le barchette dei pescatori, i gabbiani che gracidano in cerca di cibo e il tramonto che tinge il lago di arancio. Gli abitanti del luogo, pochi e cordiali, aggiungono calore alla serata con sorrisi e aneddoti sulla vita qui. Dopo cena, passeggiando sulle mura di pietra dell’isola, il fresco dell’aria serale invita a fermarsi a ammirare le luci di Stresa che si riflettono sull’acqua nera, mentre una leggera umidità avvolge dolcemente l’atmosfera. Più tardi, si prende l’ultimo battello serale per tornare a Stresa. Il rientro è sereno: dal lago si scorgono ancora le luci di Isola Bella alle spalle, e la sagoma di Stresa che si riflette sui flutti. Arrivati a destinazione, il silenzio della notte sul lungolago accompagna il rientro all’alloggio, con il ricordo di un giorno ricco di colori e sapori.

Giorno 2

La mattina del secondo giorno comincia con un panorama diverso. Parti presto con l’auto dal parcheggio di Stresa verso la costa lombarda, procedendo lungo strade panoramiche che costeggiano il lago. Dopo circa 40 minuti di piacevole guida tra boschi di castagni e vigneti terrazzati, si arriva a Santa Caterina del Sasso, presso Leggiuno. Se si preferisce, è possibile lasciare l’auto a un parcheggio poco distante e proseguire a piedi lungo una discesa di scalini immersi nel verde, godendosi il canto degli uccelli e il profumo dei pini. Un’alternativa suggestiva è arrivare via lago: da Arona partono alcuni battelli (linea 14) che raggiungono il piccolo attracco di Santa Caterina in circa 45 minuti. (Questi collegamenti sono operati dalla Navigazione Laghi con corse giornaliere e biglietti economici, rendendo semplice la navigazione lungo la sponda orientale.

Al sopraggiungere in battello, ci si trova di fronte all’eremo incastonato nella roccia: scorciate terrazze panoramiche si ergono sopra le acque scure del lago, quasi sospese fra cielo e roccia. L’ingresso attraversa un arco di legno con le bandiere italiana ed europea, e salendo poche decine di gradini dal pontile ci si imbatte nel piccolo cortile lastricato che precede la chiesa e il convento. Al suo interno, il silenzio è rotto dal lieve ronzio degli insetti estivi e dall’odore della cera accesa sulle candele. Sulle pareti affrescate – in particolare nella Cappella degli Affreschi – si notano colori ancora vividi: figure di santi e scene di devozione marcate dal tempo. Camminando sotto i porticati ad archi sul lago, il vuoto azzurro del bacino si presenta ampio davanti agli occhi: l’acqua pare dipinta di cristallo, e la vista si perde verso i monti lontani. Dall’orizzonte del Monte Rosa fino al Mottarone, lo sguardo spazia senza ostacoli. L’eremo trasmette un senso di pace e di sacralità, accentuato dai chiostri ombrosi e dal canto sommesso degli uccelli. Subito dopo la visita (contabilizzando almeno un’ora tra interni ed esterni), riprendi il cammino verso nord.

Risalendo in macchina, percorrendo qualche tornante immerso nel verde, in meno di mezz’ora si arriva a Verbania-Pallanza. Qui, verso ora di pranzo, è il momento di fermarsi per rifocillarsi in centro città. Un ristorante fresco e vivace è “La Latteria – Ritrovo Gastronomico”, situato in Piazzetta San Rocco; i tavolini all’aperto godono della vista del lungolago e della chiesa sottostante. Il locale è noto per piatti creativi a base di pesce di lago: magari un carpaccio di trota con crema di sedano o un filetto di luccio e salmerino del Piemonte su vellutata di barbabietola. L’atmosfera qui è giovanile e colorata: il chiacchiericcio degli avventori, il tintinnio dei bicchieri e i piatti fumanti creano un momento conviviale. Dopo pranzo, conviene fare due passi sul lungolago di Verbania, chiamato anche LungoZattoni: un ampio marciapiede pedonale lastricato corre lungo il lago con aiuole fiorite di gerani rossi e aranci. Qui il tappeto dell’acqua è calmo, il cielo vasto, e sullo sfondo svettano le vette ancora innevate. Il profumo dei tigli in fiore accresce la sensazione di relax.

A seguire, intorno alle 14:00, è il momento di dirigersi verso Villa Taranto, situata a pochi minuti dal centro di Verbania. Questo è il celebre giardino botanico rinomato per le sue collezioni floreali. Secondo le informazioni ufficiali, i Giardini di Villa Taranto sono aperti tutti i giorni dal 13 marzo al 2 novembre: dalle 9:00 alle 17:45 (chiusura alle 18:30) nel periodo primaverile-estivo, con ingressi fino alle 16:45/17:45 a seconda della stagione. É quindi un’ottima mossa arrivare ora, perché avrai a disposizione almeno due ore piene di visita. Si acquista il biglietto (circa €13 per adulti) e si varca il cancello principale. Subito all’ingresso un sentiero di ghiaia incorniciato da siepi di ortensie conduce alla Villa storica di Tagliana, il cui porticato mostra agli occhi vetusti vasi di piante esotiche. Oltre la villa, il cammino si inoltra tra boschetti di magnolie e prati erbosi.

Addentrandosi più a fondo nei giardini, ogni angolo svela una sorpresa: prati di azalee rosate, ninfee rosa e gialle che galleggiano su laghetti, cannas color fuoco e un labirinto di bossi. Ogni area è curata come un quadro d’autore, e l’aria qui profuma di fiori e terra umida. Una pergola di glicine copre un viale con travi di legno, creando un gioco di chiaroscuro lungo il percorso – tipico dei giardini mediterranei formali – perfetto per una fotografia. Non mancano papiri, palme e piante tropicali che testimoniano la ricchezza botanica. Durante la camminata, si sentono soli i versi allegri dei passerotti e lo stormire delle foglie sotto il vento leggero. Addossato a una roccia emerge un piccolo canyon artificiale con un ruscello che scorre, dove una cascatella fa gorgogliare l’acqua, aggiungendo una nota fresca all’ambiente. In generale si consiglia di dedicare almeno 1-2 ore alla visita del parco per non perdersi i punti clou, come la serra delle orchidee (di stagione), la fontana del Tritone e il piccolo ponte di ferro sul laghetto delle ninfee.

Quando il sole inizia ad abbassarsi, verso le 16:30, lasciamo Villa Taranto e risaliamo in auto per l’ultima tappa: Arona. Il trasferimento richiede circa 40 minuti tornando verso sud lungo la SP229, la strada panoramica che lambisce la riva ovest del lago. Arrivati ad Arona, è consigliabile posteggiare vicino al lungo lago per muoversi a piedi nel centro storico. Una breve passeggiata porta alla Lungolago Marconi, dove sorge il monumentale Sancarlone (la statua di San Carlo Borromeo), visibile fin dalla strada. Se il tempo lo permette, si può salire all’interno del colosso (biglietto simbolico) fino alla testa, da cui si gode una vista ampia su tutto il Golfo Borromeo e, parzialmente, su Santa Caterina alla sera.

Poco più a nord si apre la Piazza del Municipio, ornata da edifici color pastello e una grande fontana circolare al centro. È qui che [67†embed_image] mostra la fontana in azione: l’acqua zampilla in getti bianchi mentre i bambini giocano intorno. Sedersi sui gradini della piazza, con i piedi al fresco di una brezza lacustre, è un piccolo piacere quotidiano: il profumo di pane appena sfornato e di pizza che esce dalle vicine gastronomie stimola l’appetito. Per cena ad Arona una scelta imperdibile è il “Ristorante Piroscafo Lombardia 1908”, ricavato da una vecchia nave ancorata sul lago. Qui è possibile cenare a lume di candela praticamente in barca, con vista sull’acqua scura e il profilo illuminato di Angera dall’altra sponda. Il menu abbina pesce di lago (salmerini arrosto, lavarello in carpione) a ricette creative di pesce di mare, accompagnate da vini piemontesi. Dopo il pasto si può passeggiare sul lungolago sassoso: il Lago Maggiore di sera è ormai calmo come uno specchio, le luci dei paesi opposti sembrano acquerelli riflessi, e l’atmosfera è densa di quiete. Dalla riva si intravedono sulle coste opposte le sagome di Borghi come Angera illuminati dal chiarore delle antiche mura. Concludendo, intorno alle 21:00 si rientra con comodo a Stresa (una mezz’ora di auto) o si chiude il soggiorno ad Arona. L’itinerario si conclude lasciando dietro di sé i profumi, i colori e le sensazioni di due giorni intensi sul Lago Maggiore – dalle ville barocche alle ville botaniche, tra santuario e città lacustri – senza dimenticare i sapori autentici gustati in ristoranti panoramici.

Dove dormire per vivere 2 giorni perfetti: Hartmann Feel at Home

Per esplorare il Lago Maggiore con calma e autenticità, il luogo dove dormi fa la differenza. Scegli Hartmann Feel at Home, a Gignese, sulle colline sopra Stresa.

Non è un hotel. Non è solo un B&B. È un luogo che ti accoglie.

Hartmann Feel at Home è molto più di una semplice villa: è un rifugio pensato per accogliere, rigenerare e far vivere un’esperienza di autentico benessere in armonia con la natura. Immersa in un ampio giardino curato, questa elegante residenza è stata ristrutturata con materiali naturali e di altissima qualità, unendo la raffinatezza degli ambienti alla semplicità di uno stile che invita al relax.

Le camere, ispirate ai chakra e progettate per favorire il riposo e la serenità, sono spaziose, luminose e arredate con grande attenzione ai dettagli. Ogni stanza dispone di parquet in legno naturale, bagno privato moderno e ampie finestre che si aprono sul verde, regalando una sensazione di continuità con la natura circostante. Ogni elemento dell’arredamento è stato scelto con cura per creare atmosfere avvolgenti e rilassanti.

Gli spazi comuni di Hartmann Feel at Home sono pensati per il benessere profondo degli ospiti: una vasca idromassaggio immersa nel verde per momenti di puro relax, un’area lounge con camino circolare perfetta per ritrovarsi in compagnia o leggere davanti al fuoco, e una sala yoga dedicata a chi desidera coltivare l’equilibrio tra corpo e mente, praticando yoga, meditazione o semplicemente rilassandosi in un ambiente silenzioso e protetto.

Al risveglio, ogni mattina viene servita una colazione ricca e genuina, preparata con ingredienti freschi e selezionati. L’offerta prevede un’ampia varietà di proposte dolci e salate, con particolare attenzione alle esigenze di tutti: non mancano infatti opzioni vegetariane, vegane e senza glutine, tutte pensate per offrire un inizio di giornata sano, leggero e pieno di energia.

Hartmann Feel at Home è il luogo ideale per chi cerca una pausa dal ritmo frenetico della vita quotidiana. Qui il tempo sembra rallentare, permettendo agli ospiti di ritrovare la calma interiore, di riconnettersi con la natura e di vivere giornate scandite dalla quiete, dal buon gusto e dall’autentica cura per i dettagli. Un’esperienza da vivere senza fretta, lasciandosi avvolgere dall’atmosfera intima e armoniosa di questo angolo di paradiso sul Lago Maggiore.

Camere uniche, ispirate ai chakra:

  • Swadhisthana – suite familiare con giardino e vasca idromassaggio
  • Manipura – doppia comoda e accessibile
  • Anahata – tripla perfetta per famiglie
  • Vishuddha – raccolta e luminosa
  • Ajna – due ambienti separati
  • Sahasrara – torretta panoramica con vista lago

E ancora:

  • sala yoga sempre aperta
  • colazione naturale, senza vincoli di orario
  • vasca idromassaggio tra gli alberi
  • giardino per leggere, respirare, riposare

Ti aspettiamo a Gignese. Prenota direttamente dal sito per vivere un’esperienza autentica sul Lago Maggiore.

Perché Hartmann Feel at Home non è un hotel. È casa. La tua, per un po’.